Locke

On a cold night in London a site manager (Locke / Tom Hardy) involved in a huge skyscraper construction, moves up on his black car and begins a journey. The film is a kind of a road-movie set in a black car, completely supported by the character’s non-stop conversations with persons that surround his life, that never appear. This man, impeccable worker and family man, decides to run to the Memorial hospital to attend his third son’s birth, the unexpected effect of a passion’s night with a stranger, who informs him about the “ incident” by phone: the beginning of the trip. That decision, imposed by an old resentment toward the father who abandoned him, changes his standard life in few minutes. The movie is the way to the hospital during what Locke commits to make order on his emotional  and working life, like if he were writing his last will. The work is one of the key of the movie, that speaks about the sense of responsibility of the character for his task – manage a huge poured concrete – and the desire to guarantee the result at any cost, showing that the success of a process is not made by  singles but made by teams. Locke, who had never been away from work, controlled by his consciousness decides  to take a day off in a wrong moment;  despite this he succeeds managing his job  and his trusty assistants, solving problems only by his cellphone. Obviously the fact that the protagonist is a commendable foreman does not help to preserve his job  in a world where strict business rules overcome values and the request for a day off without an adequate justification. But Locke is only interested in the project’s success, for himself and his team, showing a loving approach towards HIS work. On the other hand his wife informed about the betrayal and the decision to recognize the “son of sin,” shows no understanding and collapses in despair; but his position is emotionally  justified, instead the corporate executives’ decision to fire the worker underlines feeling’s absence. A very good movie based entirely on the skill of the character, dialogues and the issues piled up; a talented man’s life crumbles on London highways, but he does not give in to despair and marks a new start: the hope for a new job and an extended family.

In una fredda notte londinese un capocantiere ( Locke/Tom Hardy) impegnato nella  costruzione di un grande grattacielo sale sulla sua auto nera ed inizia un viaggio. Il film è una sorta di un road movie, ambientato in una macchina nera e sorretto interamente dalle continue conversazioni telefoniche del protagonista con le figure che circondano la sua vita senza mai apparire. Quest’uomo, lavoratore impeccabile e padre di famiglia decide di correre al memorial hospital per assistere alla nascita del suo terzo figlio, inatteso effetto di una notte di passione con una quasi sconosciuta, che lo avvisa dell’accaduto con una telefonata: l’inizio del viaggio. La decisione dettata da un antico risentimento verso il padre che lo aveva abbandonato, modificherà in pochi minuti la sua vita “regolare”. Il film è il percorso verso l’ospedale  che Locke dedica ad ordinare la vita affettiva , quasi stesse redigendo le sue ultime volontà. Il lavoro è uno dei temi cruciali del film, che documenta il senso di responsabilità  del protagonista per l ‘incarico affidatogli –  un ingente colata di cemento –  e la volontà di garantire il risultato a qualsiasi costo, dimostrando che la riuscita di un operazione non dipende da una sola persona, ma da una squadra. Locke, che mai si era assentato dal lavoro, sente prevalere la questione di coscienza  e decide inevitabilmente di abbandonare il cantiere in un momento importante, riuscendo attraverso il telefono e la collaborazione dei sui fidi assistenti a verificare le condizioni e risolvere i problemi al fine del buon esito del lavoro. Ovviamente il fatto che il protagonista sia un encomiabile capocantiere non lo aiuta ad evitare il licenziamento in tronco, in un mondo dove prevalgono  ferree regole aziendali sul merito e sulla richiesta di un giorno di permesso senza un adeguata giustificazione. Ma Locke è solo interessato alla buona riuscita  del progetto di cantiere, per lui ed il suo team, mostrando un amorevole approccio verso il SUO lavoro. Dall’altro lato la moglie, informata del tradimento  e della decisione di riconoscere il “frutto del peccato”, non mostra  alcuna comprensione e crolla nella disperazione; ma la sua posizione appare emotivamente giustificata, rispetto alla decisione del licenziamento dei rigidi dirigenti aziendali privi di sentimenti. Un film molto bello che si regge interamente sulla bravura del protagonista, sui dialoghi e sui temi che si accavallano; la vita di un uomo virtuoso si sgretola sulle highways londinesi, ma non cede alla disperazione e traccia un punto da cui ripartire: la speranza di un nuovo  posto di lavoro ed una famiglia allargata.