Les Saveurs du palais

Madam Hortense Laburie (Catherine Frot) is passionate woman chef, with a creative job. She grew up in Perigord, her talent in the kitchen is due to her rural heritage that led her to better appreciate the quality of home-grown food, her dedication to old recipe books and her mother’s teachings. Ultimately, her culinary skills reach the Elysee Palace, where she has been in charge of the private kitchen of the President’s residence. Hortense wins him over with her strong personality and her ability to make a refined, no-frills cuisine, that reminds of traditional flavors. Unfortunately, her genius and determination collide with the institutional apparatus, founded on bureaucracy, rigid protocols and strict control over everything happening around her, including the purchase of chicken and vegetables! To the detriment of the excellent results, “the palace management system” perceives the chef as an “alien cell,” unable to conform. Despite the great commitment of her assistant’s and butler’s support, with who she shares the idea of work as a passion, she is “mobbed” by the strict bureaucrats and by her colleagues’s male chauvinism. They are also working as cooks in the presidential residence and can’t digest the presence of a brilliant woman chef who steals their spotlight. Hortense decides not to conform and resigns, turning down the prestigious mandate, to move to far away New Zealand. An isolated place, near the sea, where she can bring a group of young scientists into experience and appreciate the joys of haute-cuisine, as they are far from home and haven’t got many pretensions, but can recognize the value of a chef. In a gastronomic jubilant that goes from foie gras to saint honorè, the passion for cookery is worn out and obfuscated crosswise (both in higher floors and kitchens) by power, envy and sexism, and finally by those unable to understand that, who doesn’t conform could have a value anyway.

Madam Hortense Laburie, donna, chef: mestiere creativo e pieno di passione. Cresciuta nel Perigord è un talento ai fornelli, sia per le sue origini rurali che l’hanno portata ad apprezzare maggiormente la qualità del cibo all’origine, sia per la dedizione ai vecchi libri di ricette e agli insegnamenti della madre. Le sue doti culinarie raggiungono l’Eliseo, dove viene incaricata di occuparsi della cucina personale del Presidente. Hortense lo conquista  con la forte personalità e la capacità di realizzare una cucina raffinata, senza fronzoli, che ricorda i sapori di un tempo. Ma purtroppo genio e determinazione si scontrano con l’apparato istituzionale, fondato su burocrazia, rigidi protocolli e un controllo serrato di ogni cosa, compreso l’acquisto di polli e verdure! A discapito dell’eccellente risultato il “sistema di gestione” percepisce la cuoca come una “cellula estranea”, non in grado di conformarsi. Nonostante il grande impegno e il sostegno del suo giovane assistente e del maggiordomo, con i quali ha in comune l’idea di lavoro come passione, si ritrova “mobbizzata” dai severi burocrati e  dal maschilismo dei colleghi cuochi, anch’essi a servizio della residenza presidenziale, che mal digeriscono la presenza di una donna di talento che ruba la scena. Hortense decide di non omologarsi, presenta le sue dimissioni e rinuncia al prestigioso incarico, per trasferisti nella lontana Nuova Zelanda; un posto isolato, in mezzo al mare, dove far vivere  ed apprezzare le gioie dell’alta cucina ad una gruppo di  giovani scienziati, lontani da casa e con poche pretese, ma che sanno riconoscere il valore dello chef.  In un tripudio gastronomico che spazia dal foie gras al saint honorè si consuma la passione di un talento culinario offuscato trasversalmente (dai piani alti alle cucine) da potere, invidia e maschilismo, incapaci di comprende che, anche chi non si standardizza, ha un valore.